I siti web, più specificatamente quelli fatti in html e che sfruttano il motore di api esterne, non moriranno mai... un po' come il blues.
All’inizio del 2000 l’avvento di Flash sembrava l’inizio della fine per il vecchio e bistrattato html, ma come la storia ci insegna, a finire rottamata (quasi del tutto) è stata la tecnologia creata da Macromedia (acquisita successivamente da Adobe) in favore della nuova versione del linguaggio dei tag: HTML5.
Dall’avvento delle applicazioni mobili, che tutti chiamano App, ogni paio d’anni si è puntualmente arrivati a quella che sembrava la fine dei siti fatti in html e che, puntualmente, si è dimostrata una finta.
“Le app sono il futuro”... forse sì, ma forse anche no.
Un’app informativa è, nella maggior parte dei casi, un guscio vuoto che si affida ai dati che arrivano dallo stesso motore che alimenta più front-end, tra cui la controparte web.
In buona sostanza la maggior parte delle App mobili non sono altro che una proiezione installata (con tutto quel che comporta la perdita di spazio dovuta all’installare cose sostanzialmente inutili) sul proprio device di quello che si trova aprendo un url dal browser.
Un aspetto che non viene sufficientemente valutato è che da quando lo standard css3 ha raggiunto una certa stabilità, con il responsive design (ovvero l’insieme delle tecniche che adattano i siti web allo strumento con cui li si sta guardando) la differenza tra molte App mobili e la loro controparte web si è del tutto annullata.
La domanda che sarebbe giusto porsi a questo punto è proprio: che senso ha installare qualcosa sul proprio telefono se lo posso utilizzare identicamente tramite il browser già installato?
In realtà quello appena descritto è uno scenario abbastanza comune, ma non il principale per cui i siti web/html non moriranno mai.
Una delle motivazioni principali, se non LA principale, però, è che le App mobili non possono essere indicizzate dai sistemi di motori di ricerca, se non attraverso delle pagine appositamente create che parlino di loro.
In buona sostanza, non solo le app non potrebbero essere trovate se non ci fossero i siti web che ne parlano, ma senza una controparte web non avrebbero la possibilità di comunicare all'esterno dei loro ecosistemi.